IN NOME DEL PROGRESSO?

Molte volte girando per il magazzino, in mezzo a pezzi che raccontano quello che eravamo in passato mi sorge spontanea una considerazione:
Certamente il progresso tecnologico ci ha risolto problemi molto grossi, ci spostiamo con facilità, sentiamo in tempo reale un amico che vive dall’altra parte del mondo, ed abbiamo a disposizione qualsiasi cosa con la massima facilità.
Ma la qualità della vita è migliorata? O meglio, siamo davvero felici? Qual’è la distinzione fra uomo ed umanità?
Certo, non ho la risposta a queste domande, magari! Ma vorrei rendervi partecipi di alcune mie considerazioni.
Niente più di un oggetto d’uso come una dispensa, una madia, una cassapanca, può raccontare le esperienze di vita in tempi passati e di popoli lontani; popoli che spesso e volentieri hanno vissuto con quello che gli bastava per vivere e che sono arrivati fino ai giorni nostri!
Entrando in case dai pavimenti in terra battuta e dalle pareti annerite dal fumo delle stufe però spesso si possono vedere meravigliose madie finemente dipinte a mano, oppure meravigliosi mortai intagliati con motivi tramandati da secoli!
Perchè non lo si può più fare? Perchè non ci prendiamo più il tempo per creare qualcosa di unico?
Viviamo in una corsa costante non ricordandoci che quello che stiamo sprecando per produrre cianfrusaglie, è il tempo che quando giungerà la fine non ci potrà più essere restituito.
Pretendiamo di poter avere il tempo per creare qualcosa di grande, perchè il tempo che scorre si chiama vita e non tornerà più!
Prendiamo il tempo per suonare uno strumento, per dipingere un quadro, per costruire un utensile, perchè è questo che sà fare l’uomo.
Lasciate fare alle macchine il lavoro delle macchine e facciamo vedere ai posteri di che pasta eravamo fatti!
Se non lo facciamo per noi, facciamolo almeno IN NOME DELL’UMANITA!
Carrello